Eccomi qui, comodamente posizionata con plaid e computer sulle gambe mentre mi fa compagnia un bel thè caldo nella fredda Brianza striata di nebbia!
Già, avete capito bene! Stò scrivendo dal freddo NORD! Ebbene si. Finalmente ci siamo internettizzati! Santa-chiavetta-aiutaci-tu! Così durante le lunghe giornate durante le quali stò sola soletta dividendomi tra divano e televisione, posso fare qualcosa di socialmente utile! Torturare chiunque leggesse queste mie poche pagine! Mhuahahahah!
Scherzi a parte, trovo confortante sapere che anche quando l’ispirazione mi coglie quissù, il che, dato il tempo libero, non manca mai, posso liberamente lasciarla libera senza doverla ignorare. Così, mentre il muletto della fabbrica accanto scarica una cassetta di roba plasticosa, io me ne stò qui rintanata al calduccio guardando passare l’ultima cavolata della TIM in tv.
Fortunatamente prima del mio rientro di stasera ho un bel pò di cose da fare…come, per esempio, cambiare le lenzuola prima che lo faccia il mio Lui. E’ naturalmente non-portato per questo genere di cose. Per lui un letto rifatto equivale ad un appallottolamento di lenzuola e piumone ricomposti in ordine sparso. Quindi prima che avvenga il disastro, meglio intervenire (quindi ne uscirà fuori un aborto comunque, visto che anch’io non sono proprio un’esperta in materia, ma sono pur sempre una femmina!)! Dopodichè suppongo che preparerò il pranzo, purtroppo solo per me, visto che Lui è a un corso di aggiornamento. Una bella doccia calda coronerà questo pomeriggio solitario, dopo la quale probabilmente inizierò a pensare alla cena e alla valigia da riordinare…CHE FELICITA’!
Non posso non pensare alla convivenza che tra poco più di un anno mi ritroverò ad affrontare. Qui è tutto così diverso, dalle abitudini alla mentalità e agli atteggiamenti delle persone. Sò già che sarà uno scontro duro da affrontare, ma mi impegnerò al massimo per crearmi una vita quanto più equilibrata possibile. Mi riesce così difficile aprirmi qui. Ho sempre come l’impressione di non interessare, di non valere abbastanza da essere ascoltata. Non sentita, ASCOLTATA. E’ un qualcosa che sò vedere, che sò leggere negli occhi di chi mi è davanti mentre parlo. Gli occhi che guardano fugaci improvvisamente altrove, cenni di assenso ad affermazioni che non lo richiedono, facile distrazione nei punti salienti di una chiacchierata. Lo capisco se quel che stò dicendo suscita interesse oppure no. Lo capisco se sono noiosa oppure no. Non lo sò perchè, ma lo sento. E di conseguenza reagisco, mi chiudo. Credo sia un problema, probabilmente io dovrei essere semplicemente me stessa e smetterla di cercare di compiacere gli altri con la mia accondiscendenza. Lui non lo capisce. Gliene parlo ma esporre il proprio punto di vista è così difficile a volte. Non sono una persona che si apre così, gratuitamente. Probabilmente perchè quelle poche volte che l’ho fatto me ne sono duvuta pentire amaramente, dal momento che tutto ciò che mi capitò di dire e fare mi si ritorce tutt’ora ancora contro. Così adesso aspetto che sia l’altra persona a chiedere di più, ad interessarsi e a farmi capire che è sinceramente interessato ad ascoltarmi e a conoscermi.
Ho paura di cambiare. Ho paura di adattarmi come un camaleonte a questa coltre di superficialità e freddezza divenendo via via un mostro. Ho paura di indurirmi, qui. Spero di sbagliarmi, spero di aver avuto in questi due anni solo una cattiva impressione. Spero, spero, spero. Finchè c’è la speranza, sò di essere ancora Io. Quando smetterò di sperare, saprò di essere irrecuperabile.
Qualche fotogramma della mia vita qui. 🙂
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